IL “GIOCO” DEL SEXTING

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Cyberbullsmo, e sexting, continuano ad essere fenomeni emergenti e gravi di questo nostro tempo tecnologico. Purtroppo. Il bullismo virtuale e il sexting, che può essere considerato un aspetto del cyberbullismo, rischiano davvero di diventare una piaga sociale che affligge e devasta. Per dare un significato a questi fenomeni e per capire cosa fare sul piano educativo, dovremo davvero provare a collocarli nel tempo in cui siamo.

È necessario prima di tutto sapere che la funzione della tecnologia della comunicazione è molto corrispondente ai bisogni degli adolescenti e dei giovani di oggi. Comunicare adesso al tempo dei Social, significa apparire, essere visibili e riconoscibili. Se mi mostro e ho una fisionomia che il gruppo degli “amici”, vede, vuol dire che ci sono e che esisto nel pensiero degli altri. Se metto in mostra le mie imprese o se racconto le altrui performance, negative o positive, acquisisco importanza. Il web e i Social oggi offrono questa grossa opportunità: sono una vetrina dove ci si può esibire, mostrare e acquisire popolarità o mettere in evidenza le proprie doti e trarne conferme.

Il sexting come pratica costituita dall’invio di messaggi di testo e foto o video a carattere sessuale, presenta particolari aspetti e significati. Prima di tutto prevale l’idea che sia un gioco o comunque una sorta di divertimento che si può praticare facilmente e delle cui conseguenze di solito i ragazzi sembrano non sapere. Mi viene da pensare che sia anche perchè noi, come adulti di riferimento, non siamo ancora in grado di spiegare loro cosa significa, in quanto è un fenomeno sconosciuto ai più. Ne ho conferma ogni volta che incontro genitori, educatori e insegnanti quando mi chiedono di dire cosa sia questa nuova parola.

Il secondo aspetto della pratica del sexting, i cui danni alle volte sono gravissimi, come dimostrano i casi di cronaca che emergono, è quello di essere un comportamento violento e di coercizione che nasce dall’ incapacità di gestire le proprie emozioni e soprattutto di riconoscere quelle altrui. La carenza di empatia sta alla base di tutti quei comportamenti che vengono utilizzati per molestare, offendere o diffamare una persona, ad esempio con la diffusione materiale privato.

In terzo luogo il “gioco” pesante del sexting rimanda ad un processo di crescita che non si è ancora compiuto totalmente e che, sul piano strettamente psicologico, mette in evidenza anche per chi accetta di farsi riprendere in situazioni di intimità o attività sessualmente esplicite, una certa carenza della dimensione di fiducia o una vera e propria confusione per ciò che riguarda il concetto di “amicizia” la cui alterazione potrebbe essere data da una diffusa esposizione al virtuale.

Da ultimo, però, chiediamoci se questa pratica non sia anche il risultato di una sovraesposizione naricisitica di se stessi e delle proprie performance in un mondo di relazioni che ai giovani, ma non solo a loro, può sembrare più un reality show che altro. Non sarà che abbiamo lasciato credere ai ragazzi del terzo millennio che la vita e il quotidiano siano tutta una fiction, dove in un finto appartamento si mettono in scena di fronte a un pubblico di guardoni, comportamenti intimi e privati che hanno bisogno di rispetto e di riservatezza?

Giuseppe Maiolo

 

IL “GIOCO” DEL SEXTING ultima modifica: 2017-02-26T08:09:42+00:00 da Giuseppe Maiolo

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