“Andrea è uno dei capitoli della mia vita, il più bello, quello la cui fine non vorrei mai leggere, ma è finito”: sono queste le parole di una madre che ha perso suo figlio. Andrea Spezzacatena si è impiccato lo scorso 20 novembre nella sua casa di Roma. Fiumi di inchiostro sono stati spesi per la scomparsa “del ragazzo dai pantaloni rosa”… Questo è il racconto doloroso, straziante, a volte delirante ma sempre attento ad ogni sfumatura, della perdita di una madre; la ricostruzione di quegli attimi; la difesa di chi non poteva più difendersi; il tentativo di comprendere e di aiutarsi; la speranza che questo possa aiutare altri.
Il bullismo sta diventando una emergenza. Sta mutando di aspetto. Di certo appartiene a quella dimensione della violenza che stiamo conoscendo in forme sempre più devastanti e pericolose. Una piaga sociale che rimanda alla necessità di riflettere sul nostro ruolo di adulti, educatori, isnegnanti, genitori.
Questa forma di violenza quando infatti si impregna di intolleranza, discrimazione, omofobia, quando è offesa verbale più ancora che fisica, quando è abuso psicologico può diventare mortale. È questa storia che ci racconta Teresa Manes. La storia di suo figlio Andrea, la storia di un dolore silenzioso che nessuno è riuscito a intercettare. Ma è anche la tragica narrazione di un giovane che non è riuscito a dire con parole la sua sofferenza. A nessuno. Mai.
Pensare alla storia di Andrea, leggere le pagine che ha scritto sua madre, vuol dire provar e a riflettere su quanto urgente sia la necessità di affrontare la nuova sfida educativa per non lasciare soli gli adolescenti nella loro crescita.
Giuseppe Maiolo
secondo me è sbagliato discriminare un ragazzo solo perché gay però nella società ci sono molte discriminazioni e come detto nell’articolo queste discriminazioni non ci devono essere.
Grazie!