Anoressia

L'anoressia è un tunnel scuro di cui a volte manca l’uscita. In adolescenza si tratta di un incontro sconvolgente con il corpo che cambia, che si trasforma. Un crescere doloroso perché le trasformazioni che avvengono sono il segno tangibile di un universo che sta mutando di forma e di struttura. Questo spaventa, non fa capire più nulla. Paralizza. C’è chi si chiede: “Dove mi porterà questo corpo?” Perché un corpo che si allunga e si allarga, si deforma e diviene irriconoscibile è difficile da apprezzare e accettare, doloroso il conviverci.

L'anoressia nasce da un acuto turbamento rispetto al corpo quando esso acquista  visibilità e si fa strumento di comunicazione tra il dentro e il fuori, tra il mondo interno e quello esterno dell’adolescente. Il corpo ora diviene un corpo sessuato, che ha desideri, che comunica, anzi denuncia un'appartenenza nuova, inevitabile, e pure una pulsionalità sconosciuta, difficile e imbarazzante. 


Dove tutto è in movimento e nulla più uguale a prima, la strada dell’adolescente  cambia continuamente di percorso e pure il rapporto con il cibo diventa diverso. Si trasforma. Si impone un’altalena di desideri e mangiare si alterna a diete rigorose quanto fuori luogo che stanno a indicare un forte bisogno di controllo di sé, delle proprie emozioni. Padroneggiare le  pulsioni e gestire le gli “appetiti” di natura sessuale diventa un imperativo categorico.

L’anoressia è più che mai un grido disperato di aiuto, un urlo spaventoso che reclama un aiuto urgente. Attendere troppo potrebbe essere mortale. Ho visto a volte scheletri ambulanti, corpi risucchiati dalla paura di vivere e dall’angoscia di esistere dove intervenire voleva dire rompere presto quel vortice distruttivo che le stava annientando. E non si trattava solo di interrompere il digiuno forzato ma anche far emergere dai sotterranei dell’anima una piccola scintilla di coraggio che potesse contrastare l’idea persistente dell’annientamento. Inutile tergiversare: la malattia è subdola, persistente e chiama in causa diversi attori oltre all’adolescente, ovvero i genitori, la famiglia, l’ambiente.

Coinvolge operatori diversi e non solo il medico del corpo, ma anche quello dell’anima, lo psicoterapeuta, gli psicoterapeuti. Perché c’è chi soffre in prima persona, l’anoressica, ma anche la famiglia che le ruota attorno,sfibrata, confusa, disturbata e pure questa ha bisogno di aiuto. Vittime  o carnefici, protagonisti o semplici comparse, tutti, sulla scena dell’anoressia hanno un ruolo e spesso drammatico. L’aiuto è impedire la tragedia e liberare i prigionieri.
 

Il rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l'età e la statura produce:

B. Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso.

C. Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità della attuale condizione di sottopeso.

D. Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi. (Una donna viene considerata amenorroica se i suoi cicli si manifestano solo a seguito di somministrazione di ormoni, per es. estrogeni.)

Spesso si manifesta con o senza abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi)

Anoressia ultima modifica: 2012-10-17T08:09:09+00:00 da Giuseppe Maiolo

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