Balordi? No vuoti!

diagio giovanile

Balordi, è l prima parola che ti può venire in mente quando leggi l’ennesima impresa di un branco che dà fuoco a un uomo o stupra una ragazza. Balordo è una parola che può sembrare dura però ancora insufficiente per descrivere chi compie un gesto del genere.
Il termine infatti significa tardo di intendimento, e questi giovani non sono tardi, né scarsi di intelletto. Sono normali, come sono normali le famiglie dalle quali provengono. Sono vuoti. Assolutamente vuoti dentro. Mancano di motivazioni, di ragioni che possano spiegare il senso di quello che hanno fatto. Non hanno un progetto, anche malvagio, che possa stare alla base dei loro gesti. Inutile cercare il rapporto tra causa ed effetto, tra azione e pensiero. Scarsa è anche la consistenza dell’odio razzista. Se c’è, è dato da una sfasata lettura della realtà che affastella i modo confuso l’Io e il tu, l’universo personale e quello sociale.

In molti di questi casi la coscienza individuale è inesistente, assorbita dal delirio del branco, offuscata dall’alcol e da un mix micidiale di sostanze che fa perdere i confini del proprio agire e il senso del limite. Non c’è follia, né patologia. Inutile cercare quadri psichiatrici nella violenza insensata del branco. Viceversa c’è una totale e assurda chiusura nella propria soggettività che è un impasto  informe di passioni ed emozioni a cui i giovani di oggi faticano a dare un nome. Non è mancanza di valori, è mancanza di senso e di orientamento, un vuoto di strumenti di lettura, un vuoto di significati. Le azioni quindi non hanno un valore perché non sono inserite in un codice di comportamento. Sono spesso scollegate le une alle altre e caso mai assumono un valore solo se consentono un brivido di eccitazione nella piattezza della quotidianità e consentono di creare una pausa alla noia. I gesti hanno significato solo se sono dirompenti, eccessivi, fuori dal comune perché solo in questo modo  si può essere visibili, oggetto di attenzione e acquisire un ruolo e una dimensione.

Farsi vedere, a qualsiasi costo, avere consistenza, “bucare” lo spazio di una collettività sorda e distratta dal frastuono mediatico, dove esisti e conti solo se urli di più degli altri, se prevarichi, se sei provocatorio e colpisci. Questa molto spesso è l’unica motivazione che ci sta al di sotto della violenza, delle rapine, dello stupro e delle più aberranti aggressioni che il gruppo compie.

Così non può meravigliare, anche se angoscia, che gli autori, quando confessano le loro incredibili gesta, non sappiano dare una spiegazione di ciò che hanno fatto, tanto meno delle conseguenze che ne sono derivate. Inquieta di più l’assurdo compiacimento dei pari che sorridono alle gesta degli amici che hanno cosparso di benzina l’indiano per vedere “quanto riusciva  a durare”!

Però è ancora di più inaccettabile la complicità della comunità che sta attorno agli adolescenti la quale avvalla con la sua indifferenza il vuoto dilagante dei giovani e si sveglia solo per un istante quando, a grandi titoli, irrompe il nichilismo dei giovani.

Giuseppe Maiolo

Balordi? No vuoti! ultima modifica: 2009-02-04T02:50:41+00:00 da Giuseppe Maiolo

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