BULLI E BULLE PER ME PARI SONO

bullismo-a-scuola-4

Ci sono tempi come i nostri che vedono comportamenti e modi di agire che si vanno trasformando radicalmente. Tra questi ce n’è uno che sta prendendo sempre più spazio e che esordisce precocemente: si chiama bullismo ed è caratterizzato da azioni di prevaricazione e offese di notevole gravità. Perché si tratta di un vero e proprio comportamento violento, non di semplici azioni di divertimento o di casuali bravate di ragazzi e ragazze. È azione di sopraffazione fisica o psicologica, verbale e non verbale, diretta o indiretta che un bambino o un adolescente esercita intenzionalmente e in modo ripetuto nei confronti di un pari. In più oggi interessa in misura quasi uguale sia i maschi che le femmine.

Fino a qualche anno fa pensavamo che il fenomeno fosse appannaggio dei ragazzini e che le femmine appartenessero quasi esclusivamente al gruppo delle vittime. Invece ora sappiamo che vi è un consistente bullismo femminile più subdolo e pericoloso, fatto non tanto e non solo di azioni di prevaricazione fisica, quanto piuttosto di soprusi di natura psicologica, di offese che mirano a ferire profondamente la dignità e che prendendo di mira l’aspetto estetico, puntano all’emarginazione e all’esclusione della vittima.

La modalità di azione anche tra le femmine è la solita: ti provoco, ti offendo, ti umilio per il piacere di farlo, per farti vedere che sono più forte, ma anche per mostrare agli altri quanto so fare e come so cavarmela. Tutto ciò appartiene alla cultura della violenza in cui sembra prevalere l’idea che è più bravo chi “sa cavarsela” e chi “si arrangia” da solo, facendosi valere. Alcune ricerche come quella del Censis del 2016, indicano che è un fenomeno in crescita e spesso frutto di quell’educazione basata più sulla competizione che sulla cooperazione, più propensa a valorizzare chi si fa rispettare, chi ha grinta e forza aggressiva.

Sappiamo ormai con certezza che il bullismo si sviluppa all’interno di situazioni di conflitto e dove mancano gli adulti normativi. Nasce dove le relazioni sono povere e l’aria che si respira è avvelenata da comportamenti di prevaricazione e di  sopruso, espressi apertamente o anche in forma latente ma sempre di misura consistente. Bullo e bulla sovente non hanno altro modello che questo da utilizzare. Duplicano la violenza e mettono in scena le doti di abusanti appena possono e con forte determinazione. Vittime  designate di un contesto familiare disturbato e malsano, anche le bulle finiscono per trasferire su altri la loro rabbia incapsulata e rimossa da tempo trasformandosi da maltrattate in maltrattanti.

Se è vero che un po’ tutti ci stiamo abituando a vedere distrattamente e senza fare nulla piccoli bulli crescere e terrorizzare interi gruppi di pari a scuola o nei luoghi di aggregazione, e vero anche che ci sfugge in modo particolare il modo violento delle azioni femminili. Le persecuzioni non sono rudi e rozze e di solito il loro bullismo non è fatto di azioni fisiche. Le offese sono più sottili, più simili alle sevizie psicologiche, taglienti  e capaci di ferire in profondità, minacciando l’autostima, l’immagine di sé, l’equilibrio interno.

La bulla che emerge è determinata, spietata, aguzzina, e allo stesso tempo corazzata ma priva di empatia. La sua vittima è fragile, debole, sottile, insicura e precaria, sulla quale può esercitare senza difficoltà la sua forza negativa e sovrastante.  Spesso si tratta di una vera e propria azione di rivalsa, in quanto le bulle  provengono da un contesto familiare del tutto “normale”, dove magari è stata sperimentata solo la prepotenza di un fratello o di una sorella senza alla quale nessuno degli adulti ha saputo dare contenimento. Allora quel bullismo femminile sembra ancora una volta collegato all’ambito familiare  e alla scarsa o mancante autorevolezza delle figure genitoriali che non esercitano i necessari compiti educativi di controllo e di sostegno.

Giuseppe Maiolo

BULLI E BULLE PER ME PARI SONO ultima modifica: 2017-07-28T15:29:30+00:00 da Giuseppe Maiolo

Lascia un commento


*