La violenza nascosta: il bullismo omofobico.

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Uscito di recente in Italia e curato dallo psichiatra Vittorio Lingiardi, il libro dello psicologo inglese Ian Rivers del 2011, affronta con molta competenza e precisione uno dei fenomeni più inquietanti nella nostra società e, purtroppo, in crescita: il Bullismo omofobico.Conoscerlo per combatterlo.

Il tema è attualissimo sia perchè questo tipo di violenza è sempre più devastante e subdola, sia perchè è dimostrativo di una diffusa intolleranza per tutto ciò che è diverso. Ancor di più è conferma di quanto poco i processi educativi e formativi si occupano di questo tema e promuovono la conoscenza del fenomeno utile ad arginare quella violenza orizzontale, cioè tra  pari che chimiamo bullismo.

Nella corposa pubblicazione (pagg. 300 Ed. IL Saggiatore, 2015) il problema che viene evidenziato in modo particolare è che il bullismo omofobico rappresenta una delle espressioni più pericolose della violenza di genere ed è certametne collegata strattametne al pregidizio. Il lavoro dello psicologo Rivers offre non solo dati ma anche strumenti utili agli insegnanti per condurre in classe azioni di sensiblilzzazione e di formazione al riconoscimento  degli stereotipi e dei pregiudizi che solitamente motivano la violenza. E ciò è tanto più importante in questo momento in cui si parla con insistenza di fantomatiche e pericolose teorie “Gender”.

Bullismo omofobicoA questo proposito, autore e curatore mettono in evidenza come il fenomeno sia una ulteriore dimostrazione della violenza che nascostamente attraversa l’azione educativa in quanto molti insegnanti non intervengono immediatamente per arrestare le offese del bullo ma, in più di un caso, per difendersi la vittima  viene sollecitata a comportarsi da “maschio”.

«Nei contesti scolastici, spesso gli insegnanti non si sentono legittimati, o semplicemente preparati, a parlare di (omo)sessualità. Tale “silenzio” (dei docenti, dei curricula scolastici, delle istituzioni), frutto di disagio o di pregiudizio, può essere vissuto dall’adolescente lgbt come una forma di non accettazione, rafforzando sentimenti di vergogna e inadeguatezza. Fino a giungere alla conclusione che, se non si vuole essere emarginati e discriminati, è meglio non rivelare il proprio orientamento sessuale. Il silenzio degli adulti, lungi dall’essere un comportamento neutrale, può essere percepito come un invito a nascondersi e occultare i propri sentimenti e le proprie emozioni. Molti ragazzi in ambito scolastico finiscono per “fingere” un’identità eterosessuale e possono persino mettersi alla ricerca di una cura “riparativa” per il loro “problema”».

Così il libro di Rivers chiama in causa gli adulti e la loro incapacità di proteggere i bambini e gli adolescenti. Perché alla violenza dei pari si aggiunge la violenza invisibile di chi non osserva o non interviene, di chi rimane in silenzio e nell’apparente neutralità educativa. Conoscere il fenomeno, dunque, vuol dire acquisire gli strumenti necessari per combatterlo. Operazione che riteniamo appartenga a genitori e insegnanti il cui compito sia, prima di ogni altro, quello di vincere realmente i loro stessi pregiudizi ma anche le loro parziali e imprecise conoscenze.

Giuseppe Maiolo

La violenza nascosta: il bullismo omofobico. ultima modifica: 2015-09-14T15:48:03+00:00 da Giuseppe Maiolo

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