COSTRUIRE L’UMANO NELLA SCUOLA CHE CAMBIA

paideia

La novità della scuola di quest’anno che interessa studenti, docenti, e famiglie, è il progetto del liceo quadriennale. La sperimentazione, che sarà avviata in un centinaio di Istituti secondari, andrà a verificare se l’obiettivo di accorciare il percorso formativo nella scuola superiore, oltreché all’Università dove la laurea triennale è una realtà già da alcuni anni, servirà per adeguare in maniera efficace la formazione dei giovani agli standard europei e far sì che i ragazzi italiani in procinto di entrare nel mondo del lavoro possano essere competitivi con i quelli stranieri.

Non c’è dubbio: finalità progettuali di rilievo e prospettive importanti da offrire ai nostri giovani in un momento in cui la fiducia nel futuro è di basso livello.

Tuttavia, come ogni cosa nuova che si presenta, un progetto innovativo come questo sollecita entusiasmo o preoccupazione, dubbi e critiche positive, ma pure sfiducia o scetticismo. Molto è stato già detto, ma probabilmente, parecchie potranno essere ancora le perplessità degli operatori della scuola e delle famiglie.

La cosa che mi pare certa è che il percorso di formazione quadriennale, secondo le esperienze già fatte, non sarà certo da considerare una scorciatoia per gli studenti, né una facilitazione del lavoro scolastico. I tempi di impegno quotidiano e settimanale infatti si potranno intensificare e aumenteranno sia le ore per le verifiche che quelle per il recupero. Se verrà data maggiore attenzione di quella che già si ha per l’alternanza scuola-lavoro, ci dovranno essere standard sempre più elevati di progettualità e nuovi assetti di cooperazione tra scuola e mondo del lavoro ma pure maggiori forme di collaborazione e alleanza con la famiglia.

E questo è già uno dei versanti più delicati che immagino richieda una reale condivisione soprattutto del progetto educativo tra i vari soggetti adulti che accompagnano i giovani nel processo di maturazione.

Così non si tratta solo di un liceo breve che deve rinnovare l’impianto didattico, ma penso che, in maniera specifica, la scuola di oggi debba preoccuparsi di verificare se con la revisione programmata ci sia lo spazio per operare anche sul piano educativo con l’obiettivo di favorire la crescita complessiva dell’adolescente e soprattutto il suo sviluppo sul versante dell’autonomia e dell’indipendenza.

Il tempo scolastico è anche il tempo prezioso del processo di individuazione dove lo sviluppo mentale e cognitivo sono paralleli a quelli relativi all’universo emozionale e affettivo. Significa che la rivisitazione del percorso formativo non dovrebbe dimenticare la crescita di competenze per la vita o Life Skills fondamentali per “costruire l’umano”. Si tratta, in altre parole, di aiutare gli adolescenti a sviluppare abilità non solo utili ad affrontare e risolvere in modo costruttivo i problemi quotidiani maturando resilienza e forza interiore, ma anche necessarie a saper comunicare in maniera efficace e interagire con consapevolezza per gestire e superare i conflitti.

Vuol dire che la scuola anche quella del “tempo breve” ha sempre più la necessità di dedicare attenzione agli aspetti emozionali delle relazioni e promuovere l’empatia che significa saper riconoscere e condividere le emozioni proprie e quelle altrui.

Un percorso formativo insomma che punti contemporaneamente all’efficacia personale e a quella collettiva ovvero allo sviluppo di un sistema di valori e di credenze condivise circa la possibilità di realizzare obiettivi comuni.

Giuseppe Maiolo

COSTRUIRE L’UMANO NELLA SCUOLA CHE CAMBIA ultima modifica: 2017-09-11T14:08:24+00:00 da Giuseppe Maiolo

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