ESCALATION DI VIOLENZA

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Di fronte alla violenza bruta non sai mai cosa dire. Annichilisci. Perché ti sembra che non ci sia un senso, né una ragione che sia una, capace di spiegare la brutalità primitiva che arma la mano dell’omicida. Ti viene in mente solo il poeta che ha parole più immediate per raccontare la malvagità umana: “Sei ancora quello della pietra e della fionda uomo del mio tempo”.

Versi lapidari di un Quasimodo sempre capace di illuminare l’anima per dirci che in questo continuo esplodere di selvaggia follia non c’è il raptus improvviso dell’individuo. Non esiste. Mai. C’è invece l’immutabilità della natura umana sempre uguale a quella dell’uomo primitivo.  Che sia il singolo individuo o il branco poco importa: si tratta ancora di incapacità a gestire le pulsioni e i sentimenti, il mondo degli istinti selvaggi che non sono stati addomesticati.

Poco importa allora sapere come si sia messa in moto la violenza dell’altra sera al Disco Volante di Brescia o quali i moventi del branco ad Alatri. Può essere un dettaglio la lite o l’offesa che arma una lama, così come conta poco cercare nelle ragioni economiche il perché un padre arrivi a massacrare i figli o un uomo abbatta a sassate la sua compagna. Quello che conta è sapere che è una bestiale ferocia quella che si sprigiona senza controllo e, senza preavviso, si manifesta come in un film dell’orrore. Purtroppo, lo abbiamo letto in questi giorni, la fantasia supera la realtà e travolge ogni umana  comprensione. Serve sapere che non è casuale la freddezza e la lucida follia che attraversa la violenza. È mancanza di riverbero emotivo, di partecipazione empatica al dolore e alla sofferenza.

Se è protagonista il gruppo il singolo perde di autonomia. Non conta. Spesso c’è un comune stordimento  psichedelico che produce la musica “sparata” a megadecibel, e poi l’alcool e le droghe. Un mix letale che stravolge e innesca la follia collettiva, fa crescere l’esaltazione dei membri del gruppo e contamina la coscienza comune caricandola di quei sentimenti primitivi che la ragione non contiene. Perché il branco si muove e funziona senza una qualche motivazione razionale: attacca o fugge, si esalta nella violenza distruttiva e si compatta attorno all’aggressività del potere.

Infine in questa escalation di violenza non c’è solo la patologia. C’è una diffusa cultura della violenza che sta contagiando l’intera comunità, la quale distratta e sonnolente è spesso carente di educazione morale e sentimentale e sta facendo crescere analfabeti sul piano emozionale e soprattutto incapaci di contenere le pulsioni distruttive.

Giuseppe Maiolo

ESCALATION DI VIOLENZA ultima modifica: 2017-04-05T00:14:14+00:00 da Giuseppe Maiolo

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