Fatti gravi trta i giovani e mancanze degli adulti

Purple drank

A volte ti pare di avere accanto adolescenti che vivono giornate indifferenziate di noia e una quotidianità virtuale attaccati come sono alla comune protesi del cellulare.

E poi invece scopri, come è accaduto in questi giorni, che si muovono continuamente, anzi corrono ad alta velocità sul terreno scivoloso dell’esistenza senza sapere dove vanno e cosa stanno facendo. Soprattutto senza conoscenze adeguate dei rischi e spesso mancanti di qualcuno che sappia controllare il loro agire, proteggerli e dare il tempo del viaggio.

Allora li trovi vittime e carnefici allo stesso tempo. Bersagli e protagonisti di eventi spaventosi. Muoiono per aver assunto dosi di metadone senza sapere cosa stavano prendendo e finiscono, non solo come attori, nella rete della pedopornografia. Li scopri dentro le “chat dell’orrore”, come le hanno chiamate le messaggistiche di social, che affollano Whatsapp e Telegram, impegnati a distribuire una impensabile violenza di immagini, video o addirittura di stickers comodi e facili per veicolare la perversione dei gesti e il sadismo delle azioni.

Ti accorgi che questi ragazzi da vittime sono diventati abusanti e diffusori di violenza che va ad  alimentare quel traffico nascosto della pedopornografia  che parte dalle profondità del darkweb, solo apparentemente inarrivabile, e attraversa la rete avvicinandosi ormai ai bambini e agli adolescenti

Storie brutte, anzi terribili quelle che le cronache di questi giorni ci raccontano. Narrazioni che ci sembrava di aver dimenticato durante l’interminabile lockdown che ha cambiato il mondo e deve aver mutato fisionomia a tutti.

Invece fatti che ci ripropongono il tema dei minori dimenticati, a cui gli adulti, mancanti di attenzione, pensano poco se non nulla. Perché non può accadere che per caso sia una madre a scoprire il telefonino del proprio figlio quindicenne strapieno di video hard con bambini violentati e seviziati. Non è possibile che ai ragazzi non sia stato detto mai niente sul fenomeno della pedofilia online né indicate le particolari strategie di coinvolgimento che corrono su internet.

Così come non è pensabile che dei minori possano morire nel sonno dopo aver assunto un cocktail di sostanze letali e nessuno sappia che è diventata una consuetudine quella dei ragazzi di far uso di sostanze ritenute non pericolose come l’ormai abituale e famosa “Purple drank”.

Dobbiamo certamente ritenere che ciò che è accaduto a Terni sia ancora e solamente un tragico episodio e non un comportamento consueto dei nostri teenager. Ma ciò che è abituale è la mancanza di controllo di quegli adulti purtroppo incapaci di presenza fisica ed educativa, di offrire freni adeguati e insegnamenti che permettano a giovani e giovanissimi di sapere che qualsiasi sostanza farmacologica, come ad esempio il metadone, può far bene ma anche molto male soprattutto se assunto senza controllo e mescolata ad alcol. Perché credo ci sia anche la responsabilità dei grandi nel far vedere con l’esempio che qualsiasi farmaco può essere assunto senza verificarne la necessità e senza adeguata prescrizione.

Di certo c’è la particolare condizione degli adolescenti di oggi che escono dalla prigionia forzata della quarantena, con la voglia incontenibile di recuperare il tempo perso durante la sospensione sociale e soprattutto con il bisogno acuto di un indennizzo per ciò che è mancato. Da qui forse anche i comportamenti eccessivi e senza freni che si concludono tragicamente.

Ma è proprio per questo che agli adulti e alla famiglia occorre riflettere sulla fondamentale funzione educativa del controllo. Che non è quella delle telecamere, degli interrogatori o dei posti di blocco ma almeno, dei dossi che possono permettere di rallentare la velocità con cui ci si muove.

Giuseppe Maiolo

Fatti gravi trta i giovani e mancanze degli adulti ultima modifica: 2020-07-12T11:53:04+00:00 da Giuseppe Maiolo

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