Le frustrazioni, i rimproveri, le limitazioni e anche le punizioni servono, hanno la loro funzione: quella di far sapere al bambino ciò che è bene e ciò che è male, quello che si può e quello che non si può fare.I genitori hanno il compito di stabilire dei limiti, di dare dei margini al bambino, di imporre dei divieti. Lo devono fare con un atteggiamento amorevole, ma fermo.
Quando fa i capricci, urla o pretende da noi qualcosa. il bambino non solo cerca di soddisfare subito i suoi bisogni ma anche sta cercando di capire fino a che punto può può spingersi con le sue richieste.Molti genitori che lasciano correre su tutto perchè temono di intervenire chiedendo ai loro figli rinunce e limiti, non è detto che li aiutino a crescere autonomi. Al contrario questo atteggiamento può essere avvertito come disinteresse e indifferenza.I castighi e le punizioni hanno un valore solo se derivano da patti e accordi che abbiamo stabilito con chiarezza e che coerentemente applichiamo. Un bambino può imparare da un castigo se questo è la conseguenza di un’infrazione alle regole che si sono fissate in precedenza e chiaramente enunciate.
Non si dovrebbero improvvisare le punizioni nè farle dipendere dall´umore del momento. I bambini non sono in grado di capire perchè uno stesso comportamento o un´azione un giorno vegono castigati e un altro no. Nemmeno serve minacciare una punizione e poi non applicare la sanzione. Come per i premi anche per le punizioni è importante mantenere le promesse. Le punizioni fisiche di solito non hanno un grande valore. Il bambino picchiato per una trasgressione, ha giá pagato il suo conto e non é detto che abbia compreso l´errore.