I nuovi padri

I padri oggi sono diversi. Negli ultimi anni il modo con cui un padre vive il rapporto con i propri figli ed esercita la paternità è cambiato e sta ancora mutando. Se il ruolo paterno ha subito delle trasformazioni consistenti a partire dalla bufera culturale del ’68, quando è stata “giustiziata“ l’immagine arcaica e autoritaria del padre-padrone, le funzioni paterne sono rimaste le stesse. E oggi al padre “patriarca” dotato di potere assoluto sulla famiglia, si è sostituito un nuovo padre, democratico, meno corazzato e più conciliante, morbido e dolce, capace di tenerezze e affettività che prima appartenevano solo alla figura materna.

Quello che colpisce però oggi, è che i nuovi padri, non avendo un modello di figura paterna a cui rifarsi, sono andati utilizzando il codice affettivo materno. Da questo è nato l’appellativo del “mammo”, cioè di un papà tenero e dolce, protettivo e rassicurante, ma che allo stesso tempo può apparire incerto e timoroso, preoccupato di sbagliare e alle volte incoerente.
Nei casi estremi i cosiddetti “mammi” hanno abdicato al loro ruolo di padre, il che ha fatto dire a molti che oggi siamo una “società senza padri”,
Forse è vero, ma solo in parte. Di certo è che i nuovi padri, artefici di una conquista importante quale è quella della dimensione affettiva nella relazi0one con i figli, sembrano però più impauriti e cedevoli, più compagni dei loro figli che genitori. Hanno paura di far loro del male ponendo loro dei limiti e dei divieti. Preferiscono accontentarli che essere per loro frustranti. Alle volte dietro questi timori vi sono profondi sensi di colpa che non riescono a superare. Con l’intento di riparare le loro mancanze concedono tutto e sono arrendevoli. Non sanno dire “no” e dare un contenimento e spesso non offrono un punto di riferimento stabile e sicuro al proprio figlio. C’è allora il padre-amico che non offre un punto di vista adulto e il padre-psicologo che, spinto dalla necessità di conoscere la psiche del bambino, interpreta e giustifica ogni suo comportamento e ogni azione. C’è anche il padre-vittima che vive il contrasto con i figli come un continuo attacco e una sorta di persecuzione. Il che lo fa essere debole e perdente, sbiadito e incapace di dare una direzione. Oppure c’è il padre di vetro, ovvero trasparente, che c’è ma è come se non ci fosse. Questo per i figli di solito è un bel guaio, perché non c’è nulla di peggio che avere qualcosa e non poterla godere.
Insomma tanti nuovi padri che da un lato sono portatori di un nuovo e più positivo ruolo da interpretare, cioè quello che attiene l’affettività e l’accoglienza, ma che hanno via via trascurato è dimenticato la funzione simbolica dell’autorità capace di trasmettere regole e limiti, coraggio e fiducia, sicurezza in sé e capacità progettuale. A ben guardare sembrano un po’ le cose mancano oggi ai giovani.

Giuseppe Maiolo

I nuovi padri ultima modifica: 2008-04-11T18:25:18+00:00 da admin

Lascia un commento


*