I volti della violenza

conflitto

La violenza ha espressioni diverse. Spesso si nasconde nelle pieghe nascoste delle relazioni familiari. Non è infantti una novità che la maggior parte del
fenomeno dell’abuso si sviluppi all’interno della famiglia. A farne le spese sono i soggetti più deboli, come i figli e le donne.  Per questo gran parte della violenza domestica rimane sommersa: moglie e figli non segnalano, non denunciano, non intraprendono azioni di contenimento nè, purtroppo, lasciano trapelare la situazione che stanno vivendo e che, a volte, si protrae per un tempo lunghissimo. Il meccanismo della vergogna e dell’imbarazzo associato al senso di colpa e alla fragilità psicologica delle vittime impedisce di far emergere un disagio spesso devastante.

Non si pensi solamente alla violenza fisica, che pure ha la sua considerevole incidenza, ma soprattutto a quella psicologica . Essa è fatta di parole negative, di offese, di ingiurie, di prepotenze e soprusi che feriscono allo stesso modo delle percosse. Alle volte anche di più.Vi sono poi le situazioni sempre più frequenti di violenza familiare che si sviluppano a ridosso della separazione della coppia. I casi di alta conflittualità  protratta tra i partner per tempi lunghissimi abbondano. Tale violenza si riversa come un macigno pesante sui figli e spesso ne danneggia anche gravemente la psiche dei minori. Si chiama “violenza assistita” perchè non ha come oggetto i figli, ma li coivolge totalmente. Le conseguenze sono pari, se non superiori, a quelle dirette su di loro.Pino.jpg

Si tiene ancora poco in considerazione questa forma subdola di aggressività eppure è assai usuale che nella separazione i genitori inzino a farsi una guerra “nucleare” fatta di continue violenze verbali, di attacchi diretti o indiretti, di minacce e di svalutazioni pesonali, con un arsenale di strumenti legali e non che supera ogni possibile aspettativa. Spesso l’atteggiamento di un partner nei confronti dell’altro, sconfina nello stalking, cioè in quella serie di atteggiamenti persecutori  che prostrano la vittima e la rendono incapace di reagire e di difendersi (si veda a quasto proposito il sito dei Carabinieri per sapere cosa è possibile fare in situazioni simili).

I figli, testimoni oculari e vittime indirette, ne fanno le spese e il conto spesso è elevato. Essi manifestano non di rado stati depressivi, disturbi comportamentali, gravi disagi psico-fisici. La sindrome di riferimento può essere il Distrubo Post-traumatico da Stress. Solitamente contesi, tirati da una parte all’altra, coinvolti nelle infinite diatribe della coppia i minori che assistono alla guerra (si vada a rivedere un film emblematico come la “Guerra dei Roses”) finiscono per essere dilaniati da quelle tensioni e utilizzati come “merce di scambio” nelle devastanti battaglie legali.

Sembra contare ancora poco la volontà individuale e dei partner di mantenere l’impegno genitoriale a prendersi cura dei figli anche quando la relazione si conclude. Sembra ancora non essere importante attivare quelle risorse necessarie per contenere la violenza e attivare processi di mediazione con l’aiuto di professionisti qualificati. A dispetto di tutte le buone intenzioni sbandierate all’inzio di una relazione affettiva e sostenute anche individualmente nel lungo travaglio della separazione, quei genitori che a parole vogliono il bene dei loro figli, nei fatti sono gli artefici di quella “mattanza” che, alla fine, lascia sul campo più cadaveri che individui capaci di affrontare la vita.

 
 
Link a cui far riferimento per trovare aiuto

http://www.stalking.it/

www.women.it
www.controlaviolenza.it
wwww.sosdonna.org

 

Approfondimenti

La guida sullo stalking

Ti amo da farti morire

Giuseppe Maiolo

I volti della violenza ultima modifica: 2014-07-08T23:36:28+00:00 da admin

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