L´invidia è un sentimento imbarazzante. Nasce da un confronto tra noi e gli altri e in esso si mescolano desiderio e ammirazione, rabbia e ostilità. Qualche volta odio. In una società come la nostra sempre più rivolta a incrementare i bisogni materiali e a sollecitare l´idea del successo, l´ividia sembra oggi diffondersi con maggiore intensitá. In ogni caso essa può essere rivolta a qualsiasi cosa e di solito esprime senso di inadeguatezza e senso di inferiorità.
Di frequente viene associata alla gelosia. Ma non sempre ve ne è un collegamento anche se ci può essere un filo comune. Se la gelosia è sempre in realzione ad rapporto affettivo, l´invidia può non essere collegata ad una relazione. Si può infatti invidiare la condizione sociale di un altro, il suo benessere materiale e quello psico-fisico, le cose che possiede anche senza averne un legame affettivo. L´invidia può riguardare persone appena conosciute, o individui di cui sappiamo l´esistenza ma che nulla hanno a che fare con noi e la nostra vita. A differenza della gelosia che rimanda ad uno stato di dipendenza dall’altro, l´invidia nasce dal confronto e dalla competizione, e ha qualcosa a che fare con un dolente sentimento di inferiorità.
Ha origine dall´idea che l´altro o gli altri siano, rispetto a noi, in posizione di vantaggio e questo non lo riteniamo giusto. Chi invidia desidera cose materiali o spirituali che gli altri hanno o ne vorrebbe di più per se stesso. Oppure meno per gli altri.
È allora che questo sentimento si trasforma in risentimento, malanimo e malevolenza, pensiero ostile e inimicizia. Diviene tensione acuta e negativa e non di rado si accompagna ad una desolante speranza che l´altro perda quello che ha o provi umiliazione e insuccesso, sventura ma anche malattia oppure morte. E’ allora che l´invidia diviene un sentimento patologico e disturbante.
Dal libro: G. Maiolo, Psicologia del quotidiano, Ed. San Paolo