La differenza tra un regalo e un dono

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Tempo di feste e tempo di doni che, con il prevalere delle società dei consumi, vengono generalmente chiamati “regali”. Doni e regali però non sono parole equivalenti ma indicano concetti diversi. Con il termine “regalo”, di probabile provenienza spagnola, si allude ai doni materiali da offrire al “re” con i quali si voleva testimoniare la sua grandezza e al tempo stesso mostrare pubblicamente devozione e gratitudine personale perché ne ritornasse la benevolenza del sovrano. Nel regalo, così, c’è un che di utilitaristico, una sorta di “do ut des” a volte adulatorio, ma necessario per ottenere ulteriori vantaggi.

Nella parola “dono”, di derivazione latina, prevale invece l’aspetto del “dare liberamente” e senza contropartite. Tantomeno c’è un tornaconto personale del donatore perché in genere il dono ha uno scarso valore materiale. Può essere“solo un pensiero” che nella cultura del consumo viene sentito come regalo misero o insufficienteche richiede scuse. 

In realtà il pensiero è dono di enorme valore perché fondamentale nella relazione. Indica l’attenzione e la cura che noi possiamo dare all’altro e, allo stesso tempo, descrive quale posto affettivo occupa nella nostra mente chi è destinatario del mio dono. 

I bambini e gli adolescenti, ma anche gli adulti, sanno cosa vuol dire essere nei pensieri di chi tivuole bene. E noi sappiamo che di fatto si cresce solo se si è pensati. Così non è importante l’oggetto che viene dato ma ha valore la relazione tra chi dona e chi riceve. Conta di più l’azione circolare dello “scambio” che non è un ricambiare i doni ricevuti, quanto un mettere in moto quei sentimenti di fiducia e di speranza che stanno alla base dei legami importanti come quelli familiari. Gli studi sulle dinamiche intergenerazionali, ad esempio, evidenziano il fatto che nelle famiglie in cui manca la rappresentazione del dono come scambio, viene a mancare un’importante modalità di interazione affettiva che finisce per originare vere e proprie patologie della relazione.

Fare doni, allora, non è mai cosa facile e semplice. A differenza del regalo che è più sbrigativo, il dono richiede tempo per essere pensato e presuppone la necessità che colui che dona sia in sintonia con la persona che riceve. E poi un dono non dovrebbe mai essere dato senza una dedica scritta che l’accompagni. Per questo esso è uno sforzo, un atto di coraggio, anche se si tratta, come si suol dire, solo di un “piccolo presente” . Ciò che conta nel dono è la nostra presenza che non appartiene alla logica della partita doppia, tipo dare/avere, né tantomeno è il frutto di un algoritmo che in questo nostro tempo digitale regola sempre di più le nostre scelte.

È l’essere al posto dell’avere di cui parlava Fromm. È presenza che significa offerta di attenzione, ascolto e tempo. Esserci è dunque il dono più grande che possiamo fare, il cui valore è difficile da misurare in quanto oggi i regali sono quasi tutti esclusivamente materiali, in genere prevedibili e per nulla sorprendenti perché abbiamo eliminato il tempo dell’attesa e dell’immaginazione. Poi, per effetto dei sensi di colpa derivati dal poco tempo che disponiamo per gli altri, abbiamo amentato la quantità di regali in modo da compensare le nostre mancanze e i nostri vuoti.

Giuseppe Maiolo

La differenza tra un regalo e un dono ultima modifica: 2019-12-30T09:32:18+00:00 da Giuseppe Maiolo

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