La tristezza

tristezza

La tristezza appare come una risposta emotiva o come una dimensione dell’umore, quando viviamo la condizione della perdita e della separazione. Appartiene però alla categoria delle passioni che nascono dal dolore e invadono l’anima. A volte la allagano di sentimenti crepuscolari, oscuri, pesanti per nulla facili da gestire e far mutare.

Perchè la tristezza è la passione intrinseca al lutto, ovvero al distacco e alla separazione da un oggetto d’amore. È una energia che ci sottrae al presente per farci gravitare nel ricordo del passato. Essere tristi vuol dire fermarsi ad ascoltare non più i desideri ma i bisogni che un tempo venivano soddisfatti, il benessere del tempo che se n’è andato.

La tristezza è una sensazione invadente di vuoto o di assenza, di perdita e di sconfitta.

Chi è triste è come bloccato in una palude malsana e reso incapace di muoversi e di procedere. È sfiduciato e senza speranza quindi fermo nella dimensione del presente, con lo sguardo rivolto all’indietro come alla ricerca di un qualcosa che non esiste più. Lo scenario di riferimento è povero, le luci abbassate e i colori sbiaditi non danno più spazio alle relazioni. Prevale l’isolamento e la distanza dal mondo. Perchè per poter vivere il dolore da cui origina la tristezza, biosngo dare spazio alla risonanze internte e appartarsi dalla vita attiva per un certo tempo. Ciò è necessario.

La tristezza come passione reattiva ha la sua funzione. Serve a ritrovare le energie, a ricomporre il proprio quadro valoriale di riferimento e ritrovare la fiducia e uno sguardo propettico della vita. In qualche caso richiede tempo, un tempo personale che serve a rimettere in moto l’energia vitale.

Il rischio potrebbe essere quello di assentarsi troppo dal mondo, di sostare a dismisura nel dolore. Un isolamento che non aiuta ma appesantisce. Tuttavia negare valore alla tristezza è altrettanto negativo quanto cercare di liquidarla il prima possibile. Essa ci aiuta a dare importanza a quello che abbiamo e allo stesso tempo non sopravvalutarlo, nè ritenerci al riparo dai cambiamenti o dalle perdite.

 

La tristezza ultima modifica: 2015-01-04T07:53:16+00:00 da Giuseppe Maiolo

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