La violenza dei maschi

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Gli ultimi efferati fatti di violenza sulle donne continuano a mettere in rilievo un fenomeno dalle dimensioni incredibili che colpisce ogni anno 14 milioni di donne secondo i dati Istat del 2007. La brutalità di questi atti richiede con urgenza non solo azioni politiche capaci di garantire la sicurezza delle donne ma anche una profonda riflessione da parte dei maschi. Risultano pertanto inaccettabili le battute inopportune di un capo del governo che tenta di liquidare il fenomeno con l’impossibilità di agire. Il rischio grave è che passi l’idea di non poter fare nulla contro la violenza visto che non abbiamo soldati a difesa di ogni donna e la convinzione che, alla fine, essa sia ineliminabile. Allo stesso tempo, pensare che la violenza sulle donne appartenga solamente alle azioni di un maschio malato, deviante, magari straniero è un altro modo sbagliato di affrontare e comprendere il fenomeno.

La violenza contro le donne non è infatti riducibile alla devianza di maschi maniaci o emarginati. E’ un’equazione semplicistica e fuorviante che alimenta solo risposte di emergenza e politiche basate esclusivamente sulla repressione.

Non c’è un nemico oscuro che alberga in alcuni, che se ne sta nascosto nell’ombra ed emerge nei vicoli bui di periferia. Non ci sono i bruti stranieri che aspettano le donne dietro gli angoli delle strade, come non ci sono i pedofili che molestano i bambini al parco. Non c’è un male da curare. C’è un aspetto mostruoso ovunque, dentro ciascun maschio, che si annida non solo in una diffusa cultura maschile fatta di pensieri e di gesti violenti, ma ancor di più nel cuore e nell’mmaginario sessuale degli uomini. La violenza contro le donne così come contro i bambini e i soggetti più deboli e indifesi è solo marginalmente il frutto della arretratezza culturale. La violenza sta nelle nostre case, nelle famiglie, nelle relazioni più consuete e intime.

Come dimostrano i dati, purtroppo solo parziali, che stanno dietro la violenza, l’abuso sessuale, gli stupri, il  maltrattamento fisico e psicologico non solo appartengono a tutte le latitudini, la provincia come la città, la periferia e il centro, ma soprattutto si manifestano in contesti quotidiani, assolutamente considerati come “normali”.

A guardare i dati forniti qualche tempo fa dal Centro antiviolenza del Comune di Roma-Torre Spaccata, uno dei tre operanti nella capitale, risulta che le donne violentate nell’80% dei casi sono state vittime di violenza domestica e solo nel 20% hanno subito stupri da sconosciuti. Da questi dati risulta che lo stupratore nel 52% dei casi è il marito, ma per il 18% può essere anche il compagno o nel 7%  l’ex marito, l’ex compagno (5%), il padre (3%), un altro parente (5%). Solo nel 3% il maschio che violenta è uno sconosciuto.

Urge allora che si apra nel maschile una profonda riflessione con la quale aiutare gli uomini a capire cosa accade nelle pieghe oscure dell’anima e possa essere davvero utile a rintracciare al proprio interno quel lato oscuro e malefico che ciascuno di noi si porta dentro. E’ fondamentale capire quanto il maschile, per sua natura, sia generatore di violenza. Necessario guardare dentro questo universo e in ciascuno di noi al fine di indagare quali siano i fili sotterranei che legano le storie, i desideri, le fantasie, i bisogni di ognuno nella “normalità” dove alberga questa tensione alla violenza. Bisogna promuovere per gli uomini e ancor di più per i giovani, percorsi di crescita interiore che servano a dare un volto e un significato a quel demone nascosto nel sottosuolo della coscienza.

Ciò non deve servire a trovare giustificazioni. Ma al contrario  costruire un sentire maschile più ampio capace di ascoltare le proprie parti mostruose  e contenere l’ombra perfida di quel notturno Mister Hyde che si aggira  nell’oscurità del quotidiano

Giuseppe Maiolo

La violenza dei maschi ultima modifica: 2009-01-29T03:29:48+00:00 da admin

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