L’eros in estate

Cupido 1

Cupido non ha un tempo prestabilito in cui scoccare le sue frecce. Ovviamente. Ma in estate gli amori, o meglio gli innamoramenti, sembrano più facili e possibili, favoriti dal particolare clima vacanziero che rende meno impegnativa la quotidianità.


In ferie tutto è all’insegna del cambiamento. Tutto si ribalta, si modifica, si trasforma rispetto ai normali ritmi della vita. I comportamenti cambiano, gli atteggiamenti sono più liberi, il modo di porsi meno formale.      
Muta dunque l’eros o, meglio, il modo di manifestare i propri desideri e l’espressione delle proprie pulsioni.  In vacanza, ad esempio, le categorie di tempo e spazio si modificano. Tutto è più breve e istantaneo ma non perché le giornate siano più corte, anzi. Piuttosto perché ogni azione e ogni evento ha un inizio e una fine già prestabilita.

E la fine di solito coincide con la conclusione della vacanza che è inderogabile e definita oltreché imposta. Allora tutto deve compiersi in uno spazio  circoscritto ed essere folgorante anche se effimero ed evanescente, dove prevalgono attese e speranze che, come in un cerchio magico, evocano incantesimi e illusioni.  L’ unità di misura di ogni accadimento è lo spazio temporale delle ferie che assumono un valore totale. In questo periodo, lo sappiamo, cambia il modo con cui si hanno relazioni interpersonali. Si riduce il “cuscinetto” protettivo che poniamo tra noi e gli altri per cui risulta più tollerabile un contatto ravvicinato, più facile dialogare con uno sconosciuto o sedersi a mangiare con ospiti mai incontrati prima. 

Ci si può dare subito del tu e si possono stabilire rapporti confidenziali mentre quelli gerarchici si fanno più flessibili e meno formali.   Poi  si trasforma anche la percezione dello spazio. L’ambiente insolito della vacanza, dove per lo più siamo un po’ tutti anonimi, favorisce una maggiore libertà di azione e di comportamento. Molti allentano i freni inibitori che regolano le relazioni e le contengono all’interno di schemi rigidi e formali.  La postura e il linguaggio non verbale divengono immediati, potremmo dire “di pelle”, sensoriali e sensuali insieme. I sensi, per l’appunto, sono coinvolti di prepotenza nelle relazioni che si stabiliscono, anzi fanno da guida nelle conoscenze casuali e ci permettono di ‘sentire’ cosa ci avvicina o ci allontana dagli altri, cosa ci attrae e quello che ci infastidisce.

Di fatto, entra in campo la dimensione del gioco come divertimento, come liberazione dagli schemi abituali, ovvero quello spazio particolarmente accantonato dagli adulti nella vita di tutti i giorni e ripescato durante la vacanza. Ed è in questa dimensione che l’eros può esprimersi con più facilità perché entra in gioco la seduttività di un incontro o di uno sguardo casuale e si rende possibile il versante perturbante delle fantasie. Lì si modulano le pulsioni sessuali che altrimenti sono trattenute dai freni inibitori e dalle convenzioni. Allora il corpo si infuoca, la libido diviene energia pura, passione amorosa che entra in circolo. “Oh lampo pazzo e minaccia purpurea!” dice Neruda in un sonetto.

Cadono pertanto, o si riducono fortemente le barriere delle formalità convenzionali. Si attenua la pressione dei divieti e delle restrizioni, ma pure sembra ridursi il cosiddetto “senso comune del pudore”  di fronte a questa esplosione di energia sensuale che si rende visibile e senza maschere. Si potrebbe dire, insomma, che in estate e durante la vacanza emerge con più forza da dentro di noi la parte nascosta dell’eros, ovvero quel lato istintuale, immediato e diretto che ha a che fare con la nostra più antica natura di maschi e femmine. Per certi versi ci avviciniamo ad un territorio di confine della nostra psiche e ad una zona che potremmo definire ‘animalesca’. Zona normalmente poco frequentata, anzi di solito colpevolizzata, ma luogo riservato del grande dio Pan, la divinità fallica, seduttiva e orgiastica.

Il maschile ad esempio, di solito più ingessato e impastato di razionalità del femminile, in questa occasione, può manifestarsi ed esprimersi come bisogno profondo di conferma e verifica del proprio potenziale di virilità. In ogni caso, lontano da moralismi, uomini e donne in estate si sentono più liberi di attrarre ed essere attratti, di sedurre ed essere seducenti, e soprattutto di manifestare più apertamente la propria “disponibilità” al di là e al di fuori dei legami esistenti o possibili. Così molti tabù si sfilacciano e in vacanza sembra assottigliarsi quella linea di confine che vi è tra  fantasia e realtà, tra piacere e senso del dovere. Il luogo e il tempo della vacanza appaiono come una zona franca dove il contatto con l’eros diviene concreto e tangibile anche se, talvolta, come escursione nei terreni della trasgressività. Insomma l’estate: una full immersion dentro la fucina dei propri istinti e delle proprie pulsioni, ma pure un’occasione utile a mobilizzare le parti rigide della psiche e a integrare quelle rimosse.

 

fonte: G. Maiolo,  Psicologia del quotidiano, ed. San Paolo

L’eros in estate ultima modifica: 2014-08-01T00:10:34+00:00 da Giuseppe Maiolo

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