L’autonomia necessaria

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Crescere vuol dire diventare indipendenti. Significa conquistare l’autonomia cioè la capacità di sapersela cavare. È il compito più impegnativo che ci possa essere nel corso di tutta l’evoluzione di un individuo.

Molti si rendono indipendenti proprio durante la lunga fase dell’ adolescenza, altri invece molto più tardi, durante l’età adulta.Alcuni lo fanno con molta fatica o costretti dalle circostanze, altri ancora esitano talmente a lungo che  sembra, oggi più di un tempo, che la dipendenza non si concluda mai.Eppure il raggiungimento della propria autonomia, per quanto possa avvenire secondo i tempi individuali, è un obiettivo naturale e obbligato per ogni essere umano che si raggiunge secondo tappe precise, determinate sia da leggi biologiche ma anche da motivi e situazioni ambientali.
Il rapporto con i genitori e con la famiglia, per quanto non sia l’unico fattore che determina la crescita degli individui, rimane certamente centrale nella vita così come il modo con cui questa relazione si sviluppa. Il processo di maturazione tuttavia non è mai un percorso lineare, ma è caratterizzato da un movimento a zig-zag  cioè fatto di un andare avanti e regredire, procedere e arrestarsi.
E questo costituisce una delle maggiori difficoltà sia per chi cresce ma anche per chi accompagna, cioè per i genitori e gli educatori i quali, spesso, devono fare i conti con sentimenti ambivalenti cioè contraddittori e di segno opposto. Entusiasmo e scoraggiamento, sicurezza e paura si alternano come un’altalena imbarazzante e inquietante. Ma questo è il prezzo da pagare per l’autonomia e l’indipendenza.
Diventare grandi e sufficientemente autonomi vuol dire saper sciogliere i legami senza paura di perdere gli affetti e al contempo accettare che essi possano trasformarsi.
Per gli adolescenti la separazione dalla famiglia e da quel prezioso crogiolo di emozioni rassicuranti coincide e si sovrappone alla disponibilità degli adulti ad accettare loro stessi che  i figli si rendano indipendenti e sciolgano gli ormeggi. Perché non si può partire se c’è qualcuno che trattiene, non si può diventare adulti se i grandi non hanno fiducia nei loro figli, non si può essere autonomi se non si sperimenta l’autonomia e non vi sono spazi di manovra. Non si può imparare a desiderare quando i bisogni sono soddisfatti ancor prima di essere espressi. Non si può trovare il piacere della scoperta se non vi è il tempo laborioso dell’attesa.
Allora alle madri “calamita”, tanto frequenti nella nostra epoca, alle mamme con quattro “m” deve sostituirsi, con gradualità, la presenza attiva e provocatoria della figura paterna, meno protettiva ma più stimolante e incoraggiante, che sappia innescare il desiderio dell’avventura e la fiducia nella costruzione di un progetto di vita, ma che, allo stesso tempo, sappia favorire il distacco e la separazione.

 Giuseppe Maiolo

L’autonomia necessaria ultima modifica: 2014-01-07T22:45:50+00:00 da Giuseppe Maiolo

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