Le avventure di Pinocchio. Attualità di una storia

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Le narrazioni fantastiche resistono al tempo perché sono metafore. Pinocchio è una di queste che, a giudicare dalla popolarità, è una storia continuamente letta, raccontata e riscritta, come dimostrano le tante versioni cinematografiche e i libri che si pubblicano.

La ragione sta nel fatto che Le avventure di Pinocchio, sono un vero e proprio racconto fiabesco che parla della vita e della crescita, dell’esplorazione del mondo e dei pericoli che si incontrano. Scrive Vittorino Andreoli in una sua recente riscrittura dell’opera di Collodi: “È una favola che va dentro il bambino…come si trattasse di un archetipo”.

Concordo con questa visone, perché la storia del burattino di legno è una vera e propria metafora che allude al cambiamento e alle trasformazioni possibili in età evolutiva. È il racconto dell’infanzia eterna che ciascuno si porta dentro e Pinocchio rappresenta quel fanciullino che scalpita inquieto e curioso desideroso di diventare umano e invece bloccato nella sua  forma.

È un personaggio che ci attrae per l’imprudenza e per quella impulsiva sregolatezza che fa parte del puer aeternus nascosto nell’inconscio di tutti. Da qui probabilmente il motivo per cui le avventure del burattino di legno ci continuano ad affascinare e con lui l’universo dei personaggi e degli eventi che incontra. Pinocchio colpisce ancora perché incarna le caratteristiche dei preadolescenti, quelli ipercinetici e svogliati, i “caratteriali” non necessariamente patologici, ma evolutivamente irresponsabili e sregolati, anticonformisti e poco adattabili alla realtà, come sono naturalmente i ragazzini in quella fase esplosiva di inizio adolescenza. Età lunga che travolge gli adulti e mette a dura prova la loro resilienza.

A dispetto delle parole che Collodi mette in bocca al suo personaggio “Voglio diventare un ragazzo a tutti i costi” Pinocchio rimane per un tempo infinito un burattino incorreggibile e bugiardo. Promette e non mantiene mai. Si caccia nei guai, nega l’evidenza dei suoi errori e mente. E l’autore, pedagogo del suo tempo, come cura suggerisce punizioni e castighi che però non sortiscono alcun effetto. Ma al di là della teoria educativa decisamente datata e strettamente connessa con il pensiero positivista dell’Ottocento, il Pinocchio-bambino che ci affascina è un ragazzino disubbidiente e trasgressivo che scopre le sue nuove energie ed è curioso del mondo da esplorare. Naturalmente inquieta l’incorreggibile ingenuità che troppo spesso lo mette nei guai e ci irrita l’esuberanza eccessiva che lo pone di fronte a imprese rischiose da cui non trae insegnamento, ma la storia di Pinocchio è quella dell’ambivalenza adolescenziale che da una parte spinge verso il cambiamento e la trasgressione mentre dall’altra paralizza lo sviluppo perché prevale la paura della crescita. Grazie alla genialità di Collodi, le avventure di Pinocchio che si sviluppano tra la fantasia e realtà sono la narrazione del desiderio di libertà che contiene il bisogno di esplorazione e il rischio del disordine e del disagio.  Ma questa è la storia universale di ogni individuo che affronta la fatica di crescere e il disorientamento davanti alla possibile trasformazione. Al tempo stesso è l’avventura di quel Geppetto-genitore che fatica a capire il figlio e che per correggere i suoi comportamenti scorretti, sottolinea di continuo i suoi errori e usa come strumento educativo solo il sistema delle punizioni che non modificano nulla, quando invece quel che serve è tempo, pazienza e fiducia.

Giuseppe Maiolo

Le avventure di Pinocchio. Attualità di una storia ultima modifica: 2020-01-11T21:47:01+00:00 da Giuseppe Maiolo

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