Professoressa licenziata perché omosessuale…
Italia alla rovescia. No, non è successo al sud, ma al nord. All’estremo nord. E’ successo a Trento per la precisione. In una delle città che si classificano puntualmente ai primi posti di tutte le classifiche per la qualità della vita..(fonte: Blasting.News)
Ogni volta che capita di leggere notizie di omofobia e intolleranza nei confronti di gay e lesbiche e dei transessuali viene da pensare che il medioevo non sia ancora finito. Nonostante la vantata liberazione sessuale viviamo ancora immersi in una densa e diffusa cultura dell’intolleranza che alimenta la violenza e l’omofobia, il disprezzo e il pregiudizio. Invece, a dispetto di ogni ilusorio progresso della mente, la paura di ciò che è diverso dilaga nella nostra coscienza collettiva e contagia un po’ tutti come un virus.Viviamo un tempo di diffusa ipocrisia, quella che oggi fa dire “Non ho nulla contro i gay, ho molti amici che lo sono” e con questo scambiamo la tolleranza con l’indifferenza. E’ proprio questa confusione che, a mio parere, lascia libera invece di circolare l’intolleranza e la mancanza di disponibilità verso chi non è come noi e fa emergere la fobia dell’omosesssualità e l’aggressività violenta con cui si colpisce chi ha un orientamento sessuale diverso e lo si percepisce come pericoloso. Eppure non credo sia solo la paura che un gay o una lesbica insegnanti siano soggetti immorali e pericolosi per i minori a determinare discriminazioni come questa della scuola trentina. Alimenta l’aggressività e la violenza dei gesti e delle parole una sottocultura inaccettabile che confonde l’orientamento sessuale con la perversione sessuale e, peggio ancora, con la pedofilia. Penso inoltre che alle radici della della discriminazione e della violenza sugli omosessuali, vi sia ancora un magma indifferenziato di sentimenti che non si sono potuti evolvere perché è mancato un percorso educativo. Spesso in chi si accanisce contro l’omosessualità è stato insufficiente quel percorso di accompagnamento alla conoscenza di se stessi e delle proprie parti oscure e fortemente carente l’addestramento al riconoscimento degli altri per ciò che sono, pensano o fanno. In una parola il fallimento del processo educativo produce insicurezza e incapacità di accettazione. Alimenta piuttosto il pensiero unico, polarizza la coscienza e mette distanza non solo fisica ma affettiva ed emotiva tra sé e tutto ciò che non si riesce a condividere. Più domina il motto “fatti gli affari tuoi”, e più si favorisce non solo lontananza da quello che non ci riguarda, ma anche e soprattutto produce l’indifferenza e si incrementa l’idea che ognuno debba realizzare il proprio personale tornaconto. Più è elevato questo bisogno e più si mette in azione quel potente meccanismo di difesa che si chiama pregiudizio e intolleranza. Per combattere poi l’ipocrisia e il menefreghismo collettivo, la sottocultura e l’ignoranza ci potrebbe servire la lettura di un prezioso libretto della giornalista Daniela Gambino dal titolo “Dieci gay che salvano l’Italia oggi’ (edizioni Laurana), il quale, attraverso i loro ritratti racconta il coraggio di esporsi, di essere se stessi, in un’Italia in cui spesso fare ‘coming out’ e dichiararsi omosessuale non conviene.Giuseppe Maiolo
Ancora omofobia
ultima modifica: 2014-07-21T09:28:41+00:00
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