Pedofilia: che fare

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Lo sforzo da fare, è capire come agire, come intervenire prima che succedano altri fatti e non permettere che, spenti i riflettori della cronaca e delle indagini, si ritorni a trascurare la protezione necessaria dei bambini e degli adolescenti, la loro tutela e l’attenzione costante alla loro crescita. Lo sforzo da fare, è capire come agire, come intervenire prima che succedano altri fatti e non permettere che, spenti i riflettori della cronaca e delle indagini, si ritorni a trascurare la protezione necessaria dei bambini e degli adolescenti, la loro tutela e l’attenzione costante alla loro crescita.

L’esperienza maturata fino ad oggi da parte di chi si occupa costantemente del fenomeno abuso ai minori, ci porta a dire che le azioni da compiere sono diverse. Vanno dalla costante e sempre più elevata attenzione e vigilanza che tutti, scuola, genitori, servizi pubblici e privati, devono attivare a veri e propri programmi di formazione sul fenomeno pedofilia e sulle azioni efficaci e in grado di prevenirlo.

Gli operatori della scuola in particolare, ma anche tutti coloro che studiano per diventare insegnanti, educatori, addetti alla formazione dei bambini nella scuola primaria o nella materna, devono essere in grado di riconoscere le situazioni a rischio, saper intervenire con cognizione di causa, e quando è necessario, per proteggere i minori.
Non è più tollerabile che ancora in molte facoltà universitarie italiane, soprattutto di psicologia, scienze dell’educazione e della formazione, scienze sociali, non vi siano insegnamenti che permettano di conoscere a fondo il fenomeno pedofilia. Dobbiamo renderci conto che siamo all’emergenza violenza, la cui parola si coniuga sempre più quotidianamente con i bambini e con le donne.

Non si tratta più di avere vaghe e superficiali informazioni sul tema. Al contrario chi per professione ha un contatto quotidiano con la popolazione infantile, deve sapere esattamente cosa significano le parole abuso, violenza fisica e psicologica, trascuratezza, sopraffazione, molestie, adescamento. A mio avviso ha l’obbligo di sapere riconoscere precocemente i segnali come anche  le azioni da compiere per tutelare i minori.

Oltre a questo però, ora più che mai ci serve attivare la coscienza, decisamente affievolita, della comunità educante. Cioè la funzione degli adulti responsabili che, a prescindere da loro ruolo di appartenenza in quanto genitori o insegnanti, siano in grado di osservare e proteggere, pre-occuparsi e salvaguardare non solo i loro figli e i loro allievi, ma tutti i bambini. Anche a questi adulti servono spazi di preparazione e di conoscenza, momenti di orientamento e informazioni precise per l’approfondimento del problema dell’abuso.

Infine i minori stessi hanno bisogno di essere attrezzati a riconoscere immediatamente il pericolo, i rischi che possono correre quando si imbattono in quei grandi che forse adulti non sono perché non li rispettano. E questo, ormai lo sappiamo, può accadere ovunque, fuori per la strada come a scuola o all’oratorio, in palestra come a casa dentro le pareti domestiche, davanti al PC o con il telefonino. Perché, è già stato detto: nessun luogo è sicuro.

Ai bambini allora, anche e soprattutto ai più piccoli, dobbiamo precocemente dare gli strumenti utili per bloccare la violenza, per sapere come allontanarsi dal pericolo e non tenere segreto l’accaduto. Dobbiamo mettere a punto progetti specifici per aiutarli a difendersi, visto che noi non ci riusciamo a sufficienza. Potrà sembrare una dichiarazione di fallimento del nostro compito educativo e di protezione, e in parte lo è, ma non abbiamo altra scelta se non vogliamo continuare ad aspettare che ci siano le pur provvidenziali telecamere nascoste delle Autorità giudiziarie che però finiranno sempre per agire a fatti compiuti.

 Giuseppe Maiolo

Pedofilia: che fare ultima modifica: 2014-01-16T13:43:25+00:00 da Giuseppe Maiolo

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