QUANDO L’ABUSO SGOMENTA

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L’abuso sessuale dei minori ci indigna e ci sgomenta e quasi ogni volta ci sorprende. Ci sconcerta il fatto che il pedofilo di turno sia solitamente al di sopra di ogni sospetto. Come non averlo riconosciuto?

Eppure da tempo sappiamo che gli “orchi” si nascondono tra le pieghe della normalità quotidiana o familiare, ma nonostante tutto solitamente la prima cosa che facciamo è quella di rifiutarci di credere.

È un gesto automatico del pensiero, frutto di una reazione immediata. Difensivo.

Per meglio dire il nostro sistema di difese psicologiche si attiva e la mente si rifiuta di ammettere l’oltraggio, lo nega al di là delle evidenze. La rimozione è un meccanismo protettivo dell’Io.

In alcuni casi poi neghiamo l’evidenza, quello che è effettivamente accaduto perché troviamo ancora di più insopportabile il pensiero degli accadimenti. In fondo la negazione, che è ancora più potente, quando si attiva ci impedisce di vedere nella maniera più assoluta cosa sta avvenendo o ci blocca nel riconoscimento degli elementi significativi. Nel caso della pedofilia accade solitamente così.

Se è storia consueta che l’abuso o le molestie rimangano sommerse per lungo tempo, è caratteristica comune che il pedofilo sappia nascondere agli occhi degli altri le molestie, i suoi gesti perversi e le catene con le quali imprigiona. Sa adescare ma soprattutto sa tenere in ostaggio le sue vittime che, paralizzate dalla vergogna e dalle sue continue minacce, non rivelano la loro sofferenza, non ne parlano con nessuno. Tacciono per un tempo infinito.

Una volta scoperto l’abusante ed emerse dal sottosuolo dell’omertà le sue azioni, ci invade l’angoscia e il rifiuto che i comportamenti perversi possano appartenere alla stessa persona. Soprattutto se è parte delle nostre conoscenze. Rifiutare l’evidente o negare i fatti sono un tentativo estremo per conservare l’immagine interna sia del responsabile che della realtà, ma anche per evitare il confronto con le individuali parti oscure della propria anima.  

Ciò che ci invade è l’idea inaccettabile della mostruosità di alcune azioni, come quella di abusare di un bambino o di un adolescente. Non per nulla la parola che si usa di più in queste occasioni è quella del “mostro”. Che è termine ambivalente, in quanto attiene non solo all’aspetto inquietante di chi esercita violenza, ma anche e soprattutto al “mostrare”. Al far vedere il lato oscuro dell’esistenza che ci appartiene. Quello che si rifiuta è proprio l’angoscia del dover prendere atto che la perversione e l’abuso possano appartenere alla realtà umana ed entrare nei rapporti fra gli individui. La percezione del male, in quanto insopportabile, genera una sorta di corto circuito della coscienza.

Giuseppe Maiolo

QUANDO L’ABUSO SGOMENTA ultima modifica: 2016-06-22T04:43:33+00:00 da Giuseppe Maiolo

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