Di per sè non è non è nè buono nè cattivo. E' soltanto una risposta fisiologica del tutto naturale. Di fronte a ciò che cambia nella nostra realtà esterna oppure
dentro di noi il nostro organismo deve mtrovare una o più risposte di adattamento.
La parola deriva dal latino e significa “stringere” ovvero provocare tensione. Gli inglesi usano il termine strain per definire lo sforzo fisico. In ogni caso benché molti confondano ansia con stress e pensino che siano la stessa cosa, c’è da dire che i due vocaboli indicano situazioni diverse.
A parlarne più di ogni altro studioso fu, nel 1936, il medico canadese Hans Selye che definì lo stress come una reazione aspecifica dell’organismo a qualsiasi stimolo interno o esterno che evoca meccanismi di adattamento o riadattamento atti a ristabilire l’omeostasi. Mise in evidenza che il meccanismo dello stress è simile sia in una cellula semplice che in un organismo complesso. L’adattamento da raggiungere di fronte ad un pericolo per la sopravvivenza richiede necessariamente una valutazione rapida della situazione e la decisione di agire con l’attacco o la fuga. In ogni caso la sequenza delle reazioni è la seguente:
1° fase di riposo: stato rilassamento o di riposo
2° fase di allarme: stato di tensione
3°fase di resistenza: avvio dell’azione volta a superare lo stato di allarme
4° fase di esaurimento: calo delle risorse energetiche e ritorno allo stato di riposo
Come funziona?
Ad ogni stressor, ovvero di fronte a qualcosa di esterno o interno che cambia, o che ci crea tensione, si risponde con una sorta di allarme. Ognuno ha una sua risposta individuale, ma in genere in questa fase l'organismo si attrezza per trovare una risposta. Inizialmente si trattava di due risposte semplici: "attacco o fuga". Ora le risposte possono essere più complesse ma sempre rispondono a questo tipo di finalità.
Nella 3° fase si avvia la risposta che il soggetto ritiene più utile e i cambiamenti fisici sono più significativi:
Attivazione della gittata cardiaca
Aumento della frequenza cardiaca e respiratoria
Vasodilatazione bronchiale
Vasocostrizione a livello cutaneo
Vasodilatazione muscolare
La 4° fase che segue è la fase di riposo a seguito dell'esaurimento delle risose energetiche.
Questa fase segna il necessario recupero psico-fisico.
La patologia dello stress
Viene chiamato stress negativo quello che produce danni all'organismo inteso come unità bio-psichica. E' ilcosiddetto "distress" cioè quando non segue la fase del recupero. Ciò produce un'azione di affaticamento persistente che conduce all'esaurimento totale delle risorse.
A lungo andare questa condizione è dannosa.
I segnali o sintomi sono di ordine sia fisico che psichico e mentale.
Quelli fisici sono:
contratture muscolari continue,pesanteza alle gambe, manifestazioni cutanee, disturbi digestivi, squilibri pressori, dolori addominal, cefalee.
Quelli psichici e mentali sono:
Difficoltà a dormire o sonno agitato, perdita dell a concentrazione e dell'attenzione, sensazione di sconfitta, tristezza e umore variabile, sentimento di impotenza, tic nervosi, agitazione interiore.
Come fronteggiare lo stress?
Modificare il proprio stile di vita, rallentare la propria attività, riposare regolrmente, fare attività fisica, imparare tecniche di rilassamento.