TEMPO DI ESAMI

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Tempo di esami e di bilanci. E con questi ansia e stress. Perché gli esami, si sa, sono una messa alla prova, una verifica per poter passare da un livello ad un altro. L’esame di maturità, benché oggi abbia cambiato nome e si chiami Esame di Stato, continua ad essere una boa attorno alla quale si deve girare per individuare il percorso da fare in futuro.  In ogni caso conta poco che l´esame di per sé sia difficile o facile o che l´esaminatore sia severo o indulgente. E’ l’esame in sé che è stressante e produce ansia. E le reazioni tipiche dello stress se sono contenute entro parametri accettabili non fanno male. Anzi servono. Hanno la funzione di mobilitare le risorse mentali del protagonista in campo.

Certo ogni giovane ha proprie caratteristiche psicologiche con le quali affronta questo evento. Caratteristiche che gli consentono di viverlo bene o meno bene, superarlo con relativa facilità o con eccessiva paura. Per tutti, però, conta la relazione che si è riusciti a stabilire con le figure autoritarie incontrate sul proprio cammino, a partire dai genitori e dal modo con cui è stata interiorizzata l’autorità. Se ad esempio internamente funziona un´istanza severa e tirannica, gli esami e non solo quello della maturità, sono vissuti in modo terribile e sono fonte di un’angoscia infinita. Quel dilagare esagerato dell’ansia è collegato all’idea di non farcela, di fallire e non “soddisfare” il genitore interiore esigente e punitivo.

Poi c’ è un´altra dimensione che accompagna oggi l´esperienza della prova. È quella dell´isolamento e della perdita del sostegno collettivo. Un tempo nelle fasi di passaggio della vita e nei transiti più cruciali dell´esistenza come la pubertà e l´adolescenza, le prove erano accompagnate da rituali che avevano la funzione di sostenere l´individuo in un momento di confronto con se stesso e con le proprie risorse. Oggi invece, come scrive lo psicoanalista Erich Neumann, nella nostra società moderna “i rituali collettivi non esistono più e la problematica di ogni cambiamento ricade quindi esclusivamente sul singolo”. Allora questi tempi di trasformazione che una volta erano momenti fondamentali si trasformano in tempi di paura e di ansia, di sofferenza e di stress. Stress da esame che di frequente si manifesta con eccessiva irritabilità, inappetenza, perdita del sonno, mal di testa, nausea, vomito.

Per far fronte a quell’ansia che domina e fa sentire impreparati e insicuri, molti studenti a ridosso dell’esame, soprattutto quello orale, si immergono in lunghe ore di studio che in realtà non migliorano la preparazione. Viceversa sarebbe più utile pianificare il tempo di lavoro alternandolo a pause che sono assolutamente salutari e aprire la mente ad altro, oltre che al pensiero dell’esame.

Il sistema migliore per affrontare esami e verifiche impegnative, non dovrebbe mai includere solo lo studio e la preoccupazione di migliorare le proprie performance. Bisognerebbe invece dare anche uno spazio allo svago, uscire, chiacchierare con gli amici, ascoltare musica. E in ogni caso dormire adeguatamente evitando levatacce al mattino presto per “ripassare”. Alcune di queste cose, in particolare i diversivi e le distrazioni, sono però attività che gli adulti, genitori e insegnanti, paradossalmente non ritengono utili e tendono a scoraggiare con l’idea che non favoriscano un’adeguata concentrazione. Nulla di più sbagliato.

Giuseppe Maiolo

TEMPO DI ESAMI ultima modifica: 2016-06-21T07:47:33+00:00 da Giuseppe Maiolo

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