Insegnare la tolleranza

Toleranz

La tolleranza è un termine che viene dal latino e rimanda alla capacità di sollevare un peso e sopportarlo. Per estensione quindi significa portare su di sé, ammettere e riconoscere.

Non vuol dire essere indifferenti, perché l’indifferenza è passività, distanza, assenza e vuoto di partecipazione. Al contrario la tolleranza è una disponibilità aperta alla comprensione e all’accettazione dell’altro. Si realizza con un certo sforzo perché richiede il controllo dei propri impulsi e l’impegno a non farsi condizionare dal pregiudizio.

Nelle relazioni interpersonali è fondamentale come modalità di avvicinamento e di condivisione. Ma è qualcosa che non viene da sé, spontaneamente. Viceversa si costruisce e si coltiva. Cresce piano piano se seminata a tempo debito, prima in serra, poi messa a dimora nel terreno delle interazioni collettive. Per questo motivo appartiene interamente al processo educativo che serve a far sviluppare un individuo sia sul piano personale che sociale.

È significativo il fatto che in questo momento storico vi sia un fiorire di campagne contro l’intolleranza e la discriminazione: dall’omofobia al bullismo, dal pregiudizio razziale a quello religioso. Tutto ciò è necessario visto l’aumento continuo di aggressioni e violenza sui minori, sulle donne, sui diversi che, purtroppo, le cronache ci restituiscono ogni giorno. Al contempo però dobbiamo ammettere che si tratta del fallimento di una comunità educante spesso assente o incapace di trasferire valori e contenuti costruttivi, incoerente e confusiva che produce insicurezza e dipendenza.

La tolleranza all’interno delle relazioni si è andata perdendo perché abbiamo perso l’abilità di trovare mediazioni e compromessi. Ovvero sono cose che non si insegnano più. Mentre è all’interno delle relazioni familiari, nei rapporti tra genitori e figli, nella coerenza tra atteggiamenti degli adulti e regole di comportamento che può svilupparsi la vera condivisione, matrice della tolleranza. Invece la parola “condividi”, iperutilizzata in questo nostro momento di comunicazione tecnologica, l’abbiamo affidata quasi esclusivamente ai Social. Per il resto ciascuno pensa a se stesso e si occupa del proprio tornaconto.

La tolleranza invece, nasce dalla realtà e dall’affidabilità delle relazioni di base. Si fonda sulla fiducia e su un progetto educativo che valorizzi l’individuo, la sua soggettività ma anche l’incontro con l’altro e il riconoscimento dei suoi valori a prescindere dalle differenze.

Quindi alla tolleranza si educa.

Molti sono gli studi che hanno dimostrato come i bambini tolleranti provengano, in genere, da famiglie il cui stile educativo non è punitivo. Ma non si intenda con questo l’educazione permissiva e connotata da scarsa autorevolezza. Al contrario si tratta di un atteggiamento del genitore caratterizzato da forte partecipazione affettiva, costante presenza e controllo rassicurante unito a una particolare determinazione nel fornire regole e limitazioni senza necessariamente far ricorso a metodi punitivi e minacce. Ormai lo sappiamo che l’assenza di un adulto equlibratamente normativo, produce prepotenza e prevaricazione, abuso di potere e violenza.

L’adulto tollerante è colui che da adolescente ha respirato un’atmosfera realmente ricca di esperienze costruttive e diversificate, ma nello stesso tempo armonizzate con i valori della sua cultura di riferimento. Ma è anche quell’individuo che fin da bambino che è stato abituato a superare la dicotomia tra ‘buoni ‘ da una parte e ‘cattivi’ dall’altra.

 

Giuseppe Maiolo

Insegnare la tolleranza ultima modifica: 2014-11-05T09:47:48+00:00 da Giuseppe Maiolo

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