Ridere fa bene

SORDI_RISO

Ridere fa bene

“Si conosce un uomo dal modo in cui ride” così diceva Dostoevskij.

Mezzo di conoscenza, dunque, strumento prezioso per entrare in relazione con l’altro il riso, censurato per secoli, è stato a lungo ritenuto come patrimonio degli stolti ed espressione di superficialità e volgarità. Così la risata, equiparata alla follia e ritenuta appanaggio delle classi più svantaggiate che, non avendo più lacrime da piangere, si potevano permettere di ridere anche delle loro disgrazie, è stata rimossa e negata.

Così la risata, equiparata alla follia e ritenuta appanaggio delle classi più svantaggiate che, non avendo più lacrime da piangere, si potevano permettere di ridere anche delle loro disgrazie, è stata rimossa e negata. Oggi invece gli studi dimostrano quanto essa sia, paradossalmente, una cosa seria, anzi serissima. Dovremmo, dicono gli studiosi, ridere almeno 10 minuti al giorno mentre ci concediamo solo qualche minuto di sorrisi a denti stretti, quasi  mai di crasse risate. Viviamo infatti per lo più contratti in una corazza di serietà che ci accompagna ovunque, che ingessa i nostri muscoli e la nostra anima. L´homo ridens è un relitto dentro di noi,  dimenticato e sommerso dal convulso ritmare dei problemi e dei guai. Ci concediamo di ridere solo in certe occasioni: in vacanza, a qualche festa, a carnevale. Per una volta all’anno, dicevano i latini, è concesso impazzire. Per il resto del tempo, obbedienti ai dettami e ai doveri, mettiamo la maschera dei seriosi.  Così quel bambino scherzoso, quel buffo e comico infante che pure ci appartiene, rimane imprigionato dentro nei meandri rigidi del nostro autocontrollo. Da bambini ci divertiamo con tutto, ridiamo, esprimiamo col riso le emozioni di gioia e di felicità. Poi piano piano tutto si spegne e si scolora. Man mano che si cresce per ridere ci vogliono sempre più grosse quantità di stimoli. Non basta una battuta, una sollecitazione scherzosa, una smorfia. Ridere a squarciagola per molti rappresenta ancora un tabù, un divieto. Perchè ridere e divertirsi, scherzare e, più ancora, cercare il senso del comico nell´esistenza ha qualcosa di infantile e di regressivo.  Chi ride deve attenuare la propria rigidezza, deve lasciarsi andare e perdere il controllo del proprio corpo. Non possiamo ridere muovendo solo le labbra. Il riso coinvolge tutto il corpo. Se ci capita di ridere con partecipazione, sappiamo bene che tutto si scompone e vibra dentro di noi. Alle volte nulla ci può trattenere. Le risate irrefrenabili sono quanto di più travolgente ci possa essere per il nostro corpo. E chi ride ci contagia, ci impone di partecipare. Ma non è una cosa semplice perchè abbiamo imparato a bloccare le emozioni, mantenendo rigido il volto. Spesso allora ci serve un “pass”, un pretesto e l’autorizzazione per regredire al bambino che ride, scherza, salta, si diverte. Il nostro “controllore” interno è severo, non accetta facilmente di perdere la faccia. E ridere significa  mostrare altri volti possibili, altri aspetti di noi. Così  ridiamo poco e ancor meno manifestiamo apertamente contentezza e gioia, divertimento e allegria. Eppure da sempre si dice che “il riso fa buon sangue”. Ora sappiano con certezza che ridere è salutare perché  migliora il benessere o attenua il disagio. La risata, contrasta la malattia, migliora le condizioni fisiche, guarisce. E’ un potente fattore di salute e di energia. Il fisiologo svizzero Rudolph Hupscher dice addiritura che nei bambini favorisce l’ormone della crescita. E poi la saggezza popolare sostiene che “se ridi ti passa”. Ovvero ti passa la tristezza, la depressione del pensiero, ma ti passa anche il malessere del vivere quotidiano, la noia e quel velo di malinconia che avvolge i gesti anche quelli più comuni. Ridere facilita il contatto sociale, avvicina e produce emaptia, interesse per l´altro. Ossigena le relazioni e allenta i conflitti diluendo le negativitá che si producono naturalmente. Dal punto di vista fisiologico il riso accellera il battito cardiaco e fa umentare la circolazione sanguigna facilitando il rilascio di ossigeno. E chi ride mette in moto non solo i muscoli del viso ma anche quelli del torace generando così movimenti ritmici che migliorano la ventilazione polmonare. Di receInte si è scoperto che il riso blocca la produzione di quegli ormoni dannosi che vengono prodotti durante lo stress, aumenta la risposta del sistema immunitario e favorisce quei fattori di protezione che ci difendono dagli agenti esterni. Insomma la risata come strumento benefico per l´anima e anello di congiunzione tra psiche, cervello  e sistema immunitario. Per questo Patch Adams, il medico clown che gira il mondo e si immerge nelle più acute sofferenze della gente, che entra in contatto con il dolore di uomini e donne, di giovani e vecchi, con il suo naso rosso e con il suo buffo sguardo di pagliaccio si avvicina agli occhi spauriti di un bambino e lo fa sorridere. Non porta con sé gli strumenti classici del medico ma spesso solo il magico potere del clown e l’ineffabile delicatezza di un uomo che vuole alleviare le pene e il fardello pesante che a volte la vita ci fa portare. Nel suo ospedale, il Gesundheit Institut della West Virginia, cura e promuove il benessere non solo del corpo ma anche dello spirito integrando terapie classiche e divertimento, medicina e psicoterapia, attività artistiche e gioco.  Il suo messaggio è chiaro. Non si tratta di negare il dolore, la malattia e la morte ma, con la capacità di ridere e di divertirsi anche quando si sta male, di recuperare la gioia, il senso della vita e, come lui ama dire, il piacere di portare aiuto.
Giuseppe Maiolo

Ridere fa bene ultima modifica: 2014-07-09T22:50:30+00:00 da admin

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