La depressione

depresso

Una volta veniva chiamata “melanconia” e faceva riferimento ad uno stato umorale nero e oscuro. Il primo a parlarne fu Ippocrate, medico vissuto in Grecia tra il V e il VI secolo a. C., il quale riteneva che la depressione fosse causata dall´alterazione di uno dei quattro elementi naturali: “la bile nera”.

Da qui uno stato d´animo triste, pesante e un atteggiamento pessimista nei confronti ella vita e del futuro. Secondo gli studi epidemiologici la depressione è la patologia più diffusa tra la popolazione. Si calcola infatti che almeno una volta nella vita un individuo abbia vissuto un episodio depressivo caratterizzato da tristezza, sconforto e perdita della fiducia. Ciò accade quando viene a mancare  un “oggetto” affettivo  piccolo o grande che sia ma importante per noi e a cui siamo legati. Perché la depressione riguarda proprio l´affettività. Ma un momento, un episodio, un fatto che accade e crea turbamento nell´umore non sono la malattia. Caso mai si può parlare di disturbo, di reazione, di risposta depressiva. La depressione nella sua forma patologica è altro. Per cui si parla di “depressione reattiva” o “depressione endogena”. In ogni caso i sintomi sono simili. Ciò che varia  è l´intensità e la durata nel tempo.


Il depresso prima di tutto avverte un profondo senso di dolore, tutto interno, unsenso di vuoto e una sorta di malessere vago, indefinibile. Chi è depresso perde l´entusiasmo per la vita che lo circonda e, nelle forme più gravi, si abbandona ad uno scoramento totale. Prevale di solito un’acuta sensazione di inadeguatezza e di fallimento accompagnato a idee di colpa e di disapprovazione. Le aspetttive per il futuro sono ridotte al minimo e possono esserci pensieri  di morte o di fuga. La persona depressa spesso rifiuta il mondo esterno e gli affetti, riduce l’interesse per le cose che gli stanno attorno e la vita. Si richiude in se stessa. Anche il corpo mostra questo ritiro dell´energia. Chi è depressso appare ripiegato, ricurvo, rigido. Il torace è contratto, la respirazione inibita. La voce si fa piatta, monotona e gli occhi perdono di  vitalitá e divengono inespressivi. Diminuisce  la voglia di fare e di agire. Il  pensiero si impoverisce. Anche l´attivitá motoria rallenta e aumenta invece un senso di svogliatezza che si unisce ad una pressante autosvalutazione di sé.


Da vitale e attivo quale era prima, il depresso si riduce rapidamente ad un “ombra”, un individuo lontano dalla vita sociale, apatico e abulico. Si apparta e si ritira in un mondo da cui gli altri vengono esclusi perché  non possono capire. L´angoscia di solito è intensa e invade completamente la coscienza del soggetto. Facilmente piange, si dispera e, alle volte, l´energia è così scarsa che mancano anche le forze per dare corpo alla sofferenza e alla tristezza. Anche le funzioni vitali quali l´appetito e il sonno si alterano. Può rifiutare il cibo ma può anche gettarsi sul mangiare e abbuffarsi per cercare di dimenticare la propria pena. Può divenire insonne o finire con il dormire a lungo. Se è presente la componente ansiosa il depresso allora oscilla tra uno stato di abbattimento e l´angoscia, tra la tensione e la paura per qualcosa di cui non sa dire e lo sconforto. In genere questa angoscia si manifesta al mattino, al risveglio, e nelle forme acute ha i contorni della disperazione. Questo stato corrisponde, come vuole l´etimologia, alla mancanza totale di speranza. Va detto che questo complesso di manifestazioni non appartiene ad un unico quadro clinico. Si distinguono varie forme depressive in cui la sintomatologia può essere più o meno grave. Rimane costante il fatto che la depressione, reattiva o endogena che sia, è un malattia che richiede sempre interventi specifici e qualificati.

gm

La depressione ultima modifica: 2014-01-03T21:53:58+00:00 da Giuseppe Maiolo

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